Brescia – “La croce ottagona – Mille anni di storia dell’Ordine di Malta” è un libro, scritto da Marcello Maria Marrocco Trischitta, riguardante quell’accreditata istituzione cavalleresca, pure conosciuta come dei “Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme”, o, “di Rodi”, oppure, più semplicemente, dei “Cavalieri Ospitalieri”, che è evocata nel titolo stesso, impresso al volume, per una sua esplicita caratterizzazione.
In una istituzionale iniziativa divulgativa, questa pubblicazione è stata presentata, analogamente alla pubblica trattazione di un altro testo dal titolo “Compendio di Diritto Internazionale Umanitario”, nella sede della Croce Bianca, in via Fratelli Bandiera a Brescia, nel corso dell’ultimo venerdì che il 2014 ha sancito per il mese di settembre, circostanziandosi in una manifestazione interpretata pluralmente nella cifra di una partecipazione lusinghiera.
Quando la caratteristica croce ad otto punte dei Cavalieri di Malta (SMOM) incontra la croce greca che invece campeggia nell’emblema della benefica associazione dei volontari del primo soccorso di Brescia, secondo una peculiarità pure allusiva, circa l’attinenza territoriale verso la propria storica vocazione d’afferenza, le due espressioni connotative muovono interessanti sinergie nella condivisione di quelle importanti proprietà commutative che sono riconducibili a certe prerogative condivise che, nel valoriale panorama sociale, si rendono fattive e funzionali per le rispettive azioni filantropiche, attraverso le quali connotano le loro ideali attribuzioni connotative.
A fare gli onori di casa, è intervenuto il presidente emerito della Croce Bianca di Brescia, Filippo Seccamani Bazoli, portavoce del saluto del presidente in carica Enrico Zampedri, che, nel sottolineare “la comunanza di intenti” fra le due realtà d’impegno sociale, ha, fra l’altro, letto il testo che riconduce allo spessore identitario del sodalizio bresciano, nei termini dell’atto di fede del volontario, risalente al 1922.
In rappresentanza del Vescovo, mons. Ivo Panteghini ha portato “un saluto che esce dal cuore, oltre che dal mandato ricevuto” dal presule, elogiando, fra l’altro, il libro “La Croce Ottagona”, in quanto fattibile di potersi prestare come “prontuario utile” per “illuminare” a proposito dello spettro d’azione dell’Ordine di Malta, nel contesto dell’evoluzione storica nella quale si è progressivamente distinto e sviluppato.
Giovanni Soncini, “responsabile della Sezione di Brescia della Delegazione di Lombardia del Sovrano Militare Ordine di Malta”, ha ringraziato la Croce Bianca per avere sponsorizzato l’iniziativa che, nel promuovere due libri, rispettivamente confacenti all’istituzione cavalleresca, rappresentandone l’uno, la ricostruzione storica, e l’altro la diramazione di una attuale proposta formativa ed operativa a corollario delle proprie attività, ha avuto finalità benefiche, dal momento che il ricavato della distribuzione dei due volumi lo si è, a prescindere, concepito a favore di un lebbrosario in Africa.
Il locale responsabile dei Cavalieri di Malta ha, pure, specificato che la recente ristampa della pubblicazione “La Croce Ottagona” si basa sulla quell’antica documentazione che si rivela tuttora pari “ai temi perseguiti attualmente dal nostro Ordine, portatore di pace, e fautore di una perdurante esperienza di contributo al dialogo ed alla pacifica convivenza, in aiuto al prossimo”.
In relazione a questa autentica ispirazione filantropica, la manifestazione ha innestato un significativo intermezzo fattivo, fra gli interventi dei relatori chiamati per la trattazione delle tematiche ravvisate a fulcro della giornata, concretizzando il formale provvedimento della consegna di due onorificenze da parte dell’Ordine di Malta ad altrettanti esponenti della Croce Bianca, nelle persone di Angelo Germano e di Carlo Braga, per quanto da loro profuso in anni di attività e di servizio, nell’ambito dell’associazione dei circa ottocento militi bresciani del primo soccorso.
“La Croce Ottagona” che nella sua emblematica apertura geometrica ricalca simbolicamente il numero delle otto beatitudini evangeliche, è stata presentata nella fattispecie del libro a cui dà il nome, attraverso le parole di Guglielmo Guidobono Cavalchini, “delegato per la Lombardia del Sovrano Militare Ordine di Malta”, nell’intervento del quale il volume è emerso come un’opera “elaborata, rivista e riattualizzata”, grazie ad uno stile comunicativo dal taglio giornalistico, recante, al tempo stesso, lo spessore documentaristico di un accurato resoconto storico che si combacia potenzialmente al motto “moderni per tradizione” con cui l’Ordine di Malta potrebbe essere riassunto in una sua estrema sintesi di individuazione, come efficace espressione inerente la propria speculare proiezione nel tempo dove il passato è coniugato con quella coerente interpretazione che al presente i Cavalieri di Malta assicurano in un’assidua tradizione.
Quella tradizione che il relatore ha posto pure in rilievo nel quadro di una prima e di una riuscita forma d’aggregazione, organizzata nella fattispecie suddivisa nelle varie lingue originali dei propri aderenti, che si è profilata nell’orizzonte cristiano, per il tramite dell’intuizione del fondatore beato Gerardo Sasso (1040 ca – 1120) ed attraverso il privilegio di papa Pasquale II del 1113, nella propositiva ottica del “rispetto verso il prossimo maturato attraverso la storia ed orientato a fare trovare a ciascuno la propria strada verso la Salvezza, coltivando il valore della tolleranza in una misura anche assurta a baluardo del mondo cristiano di fronte a quello mussulmano”.
Nel ripercorrere le tappe salienti delle vicende legate alla lunga vita dell’Ordine, Gugliemo Guidobono Cavalchini ha, fra l’altro, specificato quanto il valore della fede non si sia espresso, per l’Ordine di Malta, solo nell’uso delle armi, ma anche nell’esercizio della testimonianza, intesa nel mettere in pratica i valori e gli ideali professati che, ad esempio, in una sorta di sequela al Cristo Sofferente, si sono tradotti nell’assistenza ai malati, individuati con l’enunciazione di “signori malati”, per evidenziare il connubio del loro ruolo con quello che gli si riconosce nella loro trasposizione posta in riferimento alla figura messianica che si immola sulla Croce.
Nel sottolineare quelle precipue connotazioni che hanno dato all’Ordine degli Ospitalieri il carisma rispettivamente religioso, militare ed internazionale, l’autorevole esponente dei Cavalieri di Malta ha tratteggiato un profilo attuale del campo d’azione in cui l’istituzione promuove attività benefiche ed assistenziali, organizzate a vari livelli, nei centosette Paesi sparsi nel mondo con i quali intrattiene anche rapporti diplomatici, per l’espletamento del proprio edificante ruolo morale e filantropico.
Ad approfondire i vari aspetti legati al “proprium”, cioè al carisma fondante l’Ordine stesso, è intervenuto don Federico Gallo, “Dottore della Biblioteca Ambrosiana”, affrontando il tema racchiuso nel titolo “Il carisma religioso dei Cavalieri di Malta”, ravvisato tanto come regola di vita spirituale, quanto come correlata strutturazione dell’insigne forma aggregativa che, nel suo motto ufficiale in latino, inneggia alla “difesa della fede ed all’ossequio verso i poveri” in una visione “ospedaliera” scaturente da una stessa visione della fede intercorrente sia fra chi soccorre che fra i “sofferenti perché hanno il medesimo posto nei cieli”.
“Il libro “La Croce Ottagona” spiega come l’Ordine di Malta abbia attraversato mille anni di storia continuando a detenere ospedali anche in Terra Santa che è il luogo più vicino al cielo”: ha, fra l’altro, precisato Massimiliano Marrocco Trischitta di Serramarrocco, curatore dell’opera, trattando l’interessante materia implicita nel suo intervento dedicato alla “Civiltà Giovannita. La grandezza degli Ospedalieri in tempo di pace” nel corso del quale ha pure specificato come i Cavalieri di Malta rimangano “fedeli a loro stessi”, partecipando alle odierne contingenze storiche, nell’attingere riferimenti da una tradizione che li ha visti fondare una forma di “comunità europea ante litteram fondata su radici cristiane”.
In questa operatività si inserisce la proposta del libro “Compendio di diritto internazionale umanitario” realizzato da Mario Carotenuto, “Capo Gruppo di Brescia e Capo Sezione Nazionale Missioni Umanitarie del Cisom” (Corpo Italiano di Soccorso dell’Odine di Malta) che ha personalmente presentato il proprio lavoro come un testo “semplice, non per addetti ai lavori, articolato ed organico nel riferire il complesso di norme vigenti che regolano i conflitti armati”. L’obiettivo raggiunto dal testo a carattere giuridico è quello di riunire i postulati delle varie convenzioni in atto per concentrare in un unico volume le nozioni in merito, andando ad offrire quegli estremi d’orientamento utili per i volontari che si trovano ad operare nel teatro dei quaranta conflitti armati, “considerati ad alta intensità”, attualmente in corso nelle varie zone del mondo dove gli interventi umanitari si incontrano con le realtà coercitive delle occupazioni militari e di quel vasto scibile deflagrante, ad esempio, nelle tumultuose evenienze drammatiche legate, ad esempio, a rappresaglie ed a necessità di mediare per salvare vite umane.